TREMITI PER ME di Patrizia Morlacchi
Un tempo ci volevano due ore di viaggio sulla Santa Lucia, una nave che
attraccava a San Nicola. Poi si doveva traghettare a San Domino su piccole barche
e non era cosa semplice se ti capitava di avere più di un bagaglio e magari il mare
era agitato. Ma i barcaioli ti aiutavano: ti prendevano di peso e ti trasbordavano.
E tu ti sentivi un po’ eroe e un po’ infante. Anche quello faceva parte
dell’incantesimo e della seduzione delle Isole Tremiti.
Altri tempi. Oggi ci arrivi in cinquanta minuti con una motonave veloce,
sbarchi direttamente su San Domino dove ci sono gli alberghi, la spiaggia, i locali,
la discoteca. Tutto è più facile, ma la rotta è la stessa e, come allora, si arriva da
sud e la prima cosa che ti appare all’orizzonte è l’alta scogliera del Picco dei
Falconi e poi la torre del Faro e poi ti sfila via tutta la costa di est, con i suoi scogli
bianchi, la sua pineta di un verde intenso che si specchia in acque limpide… La
sua bellezza è abbagliante e ti mozza il respiro e ancora non hai visto niente
perché, mano a mano che la nave si avvicina al porto, si dischiude allo sguardo
l’intero arcipelago…E allora, alta e irreale, come se galleggiasse sull’acqua, ti
coglie l’abbazia fortificata di San Nicola e poi il giallo dell’arenaria del Cretaccio e
in fondo, a dare profondità e distanze, ecco anche la Capraia…
E’ stato amore a prima vista, ben più di trent’anni fa. E a Tremiti sono stata
fedele per tutto questo tempo. Non ho mancato mai di venire. Mai. Sono venuta
ogni anno e in ogni tempo, anche nelle giornate nebbiose di novembre o a
primavera quando ci sono gli asparagi selvatici e le margherite gialle sono in
fiore.
D’estate, con la bella stagione, Tremiti è soprattutto il suo mare. Limpido,
trasparente, di chiare profondità, di pesci amici che quasi ti sfiorano.
Tremiti e le sue cale: il Sale, Cala Matano, Cala Spido, al riparo dal mestrale; e
dall’altra lato, Cala Tramontana, i Benedettiini, gli Inglesi, al riparo dallo scirocco.
Cale che puoi scegliere a seconda del vento che tira, della posizione del sole, degli
scogli più comodi, dei fondali rocciosi o erbosi di alghe. Ogni giorno un posto
diverso, conosciuto e sempre sorprendente.
Ma ogni anno ho dedicato, almeno una giornata, a visitare San Nicola, l’isola
madre, un luogo sacro fin dai tempi di Diomede, l’eroe greco compagno di Ulisse,
di cui troviamo la tomba sulla Piana dell’Asinara.
Incute rispetto San Nicola quando si sbarca sul molo dominato dalla lunga
muraglia a feritoie. Si entra nella fortezza per l’arco del Cavaliere e ogni monaco
e guerriero, nel corso dei secoli, salendo alla rocca, ha letto il monito, inciso sulla
pietra, come se la porta stessa parlasse, “Coteret et confriget”, ti stritolerà e ti
spezzerà. Se verrai come nemico, s’intende.
E su su, si arriva al Cannone, al Torrione, alla vera di pozzo della Cisterna
grande, e infine all’Abbazia di Santa Maria a Mare, dove ci sono opere d’arte di
grande bellezza e dove, nel silenzio assolato dell’isola, senti la presenza di Dio
come in pochi luoghi sacri avviene.
Il mio anno si scandisce tra l’attesa di andare a Tremiti e la partenza dall’isola
per tornare alla terra ferma, in un mondo di colori più sbiaditi.
Tra questi estremi, un tempo senza tempo di sole, di mare, di natura, di
profumo di lentisco e di pini.
Nel mezzo l’incontro con un’umanità particolare.
C’è il Formicone, si sono i Pirati, il Gabbiano. C’è Flash, Sfasciavarche, Zorro, i
figli di Zorro e i nipoti di Zorro. C’è Carulina, Centopiedi, Diomede e tanti altri…….
Chi sono? Venite a scoprirlo.